Notule
(A cura di
LORENZO L. BORGIA & ROBERTO COLONNA)
NOTE E NOTIZIE - Anno XVI – 09 febbraio 2019.
Testi pubblicati sul sito www.brainmindlife.org
della Società Nazionale di Neuroscienze “Brain, Mind
& Life - Italia” (BM&L-Italia). Oltre a notizie o commenti relativi a
fatti ed eventi rilevanti per la Società, la sezione “note e notizie” presenta
settimanalmente lavori neuroscientifici selezionati fra quelli pubblicati o in
corso di pubblicazione sulle maggiori riviste e il cui argomento è oggetto di
studio dei soci componenti lo staff
dei recensori della Commissione
Scientifica della Società.
[Tipologia del testo: BREVI INFORMAZIONI]
Scoperta di un nuovo composto
candidato al trattamento dell’epilessia farmaco-resistente. L’identificazione di nuovi
inibitori selettivi del sottotipo NaV1.2 dei canali del sodio, appartenenti
alla classe delle N-Arilossipropilbenzilamine,
consentirà di disporre di una nuova promettente possibilità terapeutica per i
disturbi epilettici resistenti ai farmaci attualmente prescritti. van der Peet e colleghi
dell’Università di Melbourne avevano in precedenza riportato che un derivato lipofilico della mexiletina (un
bloccante dei canali del sodio regolati da voltaggio) aveva un’azione
farmacologica molto più potente della molecola iniziale. Ora, apportando una
modifica strutturale volta ad accrescere ulteriormente selettività ed
efficacia, i ricercatori australiani hanno sintetizzato 25 analoghi, dai quali
è emerso un composto che, al vaglio sperimentale, ha dimostrato efficacia nelle
crisi epilettiche di un modello murino di epilessia farmaco-resistente. [van der Peet P. L., et al. Chem Med Chem – AOP doi: 10.1002/cmdc.201800781, Jan
24, 2019].
Inserita la prima mano robotica
permanente realizzata grazie alla Scuola S. Anna di Pisa. Mediante un intervento di
connessione osteointegrata neuromuscolare eseguito da un team chirurgico svedese, una donna di 45 anni ha ricevuto il primo
impianto trans-radiale stabile e permanente di una protesi robotica concepita
per la sostituzione di tutti i movimenti della mano. La mano robotica è stata
realizzata in Svezia da un gruppo guidato da Max Ortiz
Catalan nell’ambito del progetto di ricerca europeo DeTop (Dexterous Transradial Osteointegrated Prosthesis with neural control
and sensory feedback) coordinato dall’Istituto di
BioRobotica della Scuola Superiore di studi
universitari e di perfezionamento Sant’Anna di Pisa e finanziato dalla
Commissione Europea quale parte del programma Horizon
2020.
Incidenza dell’epilessia dopo crisi
neonatali in uno studio condotto a Parma. Andreolli e colleghi dell’Università
di Parma hanno condotto uno studio epidemiologico sulla popolazione della
provincia di Parma per accertare l’incidenza dell’epilessia secondo la nuova
definizione clinica proposta dalla “International League Against
Epilepsy” (ILAE), e comparare l’età di comparsa e la
percentuale di affetti tra bambini e ragazzi che già avevano avuto crisi
neonatali e coloro che non avevano avuto disturbi alla nascita. L’incidenza è
risultata di 78,6 per centomila persone l’anno (88,1/100.000 maschi; 68,6/100.000
femmine). Questo dato, relativo alla provincia di Parma, è più alto di quelli
registrati in altre aree italiane studiate in precedenza, molto probabilmente
per l’adozione del criterio ILAE. Ma i risultati più importanti dello studio
sono la maggiore incidenza e l’inizio più precoce dell’epilessia nei bambini
che hanno manifestato crisi neonatali. [Andreolli
A., et al., Neuroepidemiology 52 (3-4): 144-151, 2019].
Attività della corteccia cerebrale
sensomotoria nella lombalgia acuta. Negli studi condotti fino ad oggi,
l’attività corticale sensomotoria risulta aumentata nel dolore acuto
sperimentalmente indotto e diminuita nel dolore cronico diagnosticato
clinicamente. Uno studio condotto da Chang e colleghi
su 36 pazienti affetti da dolore lombare acuto e 36 volontari sani fungenti da
gruppo di controllo, dimostra che la sofferenza intensa alla bassa schiena si
accompagna ad un grado ridotto di attività elettrica dei gruppi neuronici della
corteccia sensomotoria. Le marcatissime differenze individuali depongono a
favore di un processo di adattamento al dolore mediante plasticità neuronica
corticale. Lo studio di Chang e colleghi è il primo
ad esaminare l’attività sensomotoria corticale nella fase acuta del dolore
lombare clinico. [Chang W. J, et al., J Pain AOP – pii:
S1526-5900(18)30634-5 doi:10.1016/j.jpain.2019.01.0069, 2019].
Il test del cammino di due minuti
(2MWT) può sostituire quello in uso di sei minuti. Il test 6MWT (6-minute walk test) per valutare il passo
e l’andatura in uno spettro ampio di malattie neurologiche, fisiatriche e di
altra natura, così come nell’invecchiamento fisiologico, può essere
efficacemente sostituito da un test della durata di due soli minuti (2MWT). Uno
studio ha dimostrato che la prova più breve mantiene la sensibilità di misura
della prestazione del passo, eliminando l’interferenza dell’affaticamento,
particolarmente importante negli anziani e in molte malattie neurologiche dopo
la fase iniziale. [Swanson C. W., et al.,
Gait Posture 69: 36-39, 2019].
Il ruolo delle rodopsine come
fotorecettori circadiani in Drosophila melanogaster. Nel controllo dei ritmi biologici
di tutto l’organismo da parte dell’orologio principale ha notevole importanza
la sincronizzazione temporale con le fasi di alternanza luce/buio
(giorno/notte) per la definizione dei ritmi circadiani (da circa dies = circa un giorno) che
influenzano i livelli di attività di ogni animale. Il moscerino della frutta Drosophila melanogaster
possiede un Criptocromo sensibile alla luce e sette
Rodopsine che contribuiscono alla funzione di rilevazione dell’intensità
luminosa. Senthilan e colleghi hanno esaminato tutti
i maggiori studi sul ruolo delle Rodopsine nella sincronizzazione circadiana e
sull’effetto diretto della luce sull’attività, con speciale attenzione per la
Rodopsina 7, recentemente scoperta. Evidenze rilevanti supportano il ruolo
della Rodopsina 6 nel sincronizzare l’orologio biologico dell’insetto con la
fase appropriata dei cicli luce/buio. La Rodopsina 7 sembra avere un ruolo
minore nel cervello per l’entrainment, mentre
nell’occhio composto di Drosophila risulta di
importanza cruciale per la “sintonia-fine” della sensibilità alla luce, per
prevenire risposte sproporzionate alla luce intensa. [Biology (Basel) 8 (1). Pii: E6, 2019].
La differenziazione sessuale del
cervello umano dipende più dagli ormoni sessuali o dai geni dei cromosomi X e
Y? Le differenze comportamentali fra uomini e donne, così come accade in
varie altre specie, sono indotte dagli ormoni steroidi sessuali durante uno
specifico periodo sensibile delle
fasi iniziali dello sviluppo. Infatti, le tipiche caratteristiche psicosessuali
maschili sembrano svilupparsi per effetto del testosterone agente in epoca neuroevolutiva precoce, e quelle femminili sembrano
dipendere dall’influenza dell’estradiolo nel fisiologico intervallo
prepuberale. La stessa differenziazione dell’encefalo umano procede
prevalentemente sotto l’azione degli ormoni. Studi recenti sulla CAIS (complete androgen insensitivity syndrome),
caratterizzata da un cariotipo maschile 46 XY con un fenotipo femminile, hanno
rilevato mediante risonanza magnetica nucleare (MRI) che vari aspetti
morfologici del cervello sono tipicamente femminili, suggerendo che il normale dimorfismo
sia da attribuire all’azione del testosterone. Tuttavia, come sottolinea Bakker
del GIGA Neurosciences
dell’Università di Liegi, alcune caratteristiche neurali tipiche del maschio si
osservano nelle donne con cariotipo maschile; pertanto, l’influenza di prodotti
genici del cromosoma Y non è trascurabile. In conclusione, la differenziazione
sessuale del cervello umano è molto probabilmente un processo multifattoriale
che include l’azione in parallelo o in combinazione degli ormoni sessuali e
degli eterocromosomi. [Cfr. Curr Top Behav Neurosci. AOP - doi: 10.10007/7854_2018_70, Jan
1, 2019].
Effetti psichici e psicosessuali
dell’ipertiroidismo in giovani donne. Uno studio, che ha comparato 31
donne affette da ipertiroidismo per malattia di Graves con 30 donne ipertiroidee
per adenoma tossico o gozzo multinodulare, e un
gruppo di controllo di 34 donne normotiroidee, ha
valutato accanto a parametri ematochimici la funzione sessuale, mediante il
questionario FSFI e i sintomi depressivi col BDI-II. I risultati indicano che
l’eccessiva produzione di ormoni tiroidei e l’autoimmunità tiroidea influiscono
sulla funzione sessuale, riducendo desiderio, eccitazione e soddisfazione, e
sul funzionamento psichico, aggravando la sintomatologia depressiva. [Krysiak R., et al., Eur J Obstet
Gynecol Reprod Biol. 234:
43-48, 2019].
Notule
BM&L-09 febbraio 2019
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